giovedì 6 luglio 2017

Diabete in Italia: donne curate come gli uomini



Presentata a Bruxelles, nell’ambito di un’audizione parlamentare sulle differenze di genere in medicina, un’analisi del Gruppo Donna AMD su un campione di oltre 470mila pazienti italiani, svolta da circa un terzo dei Centri diabetologici del Paese
I risultati, riportati negli Annali AMD, sono stati pubblicati anche su Diabetes Care 2013 (DT2) e Plos One 2016 (DT1)

Roma, 6 luglio 2017 - In Italia, in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei e agli USA, non ci sono disparità di genere nell’accesso alle cure e nella qualità dell’assistenza. Nonostante ciò, gli outcome clinici nelle donne con diabete di tipo 1 e 2 - in termini di controllo del colesterolo (non raggiungimento dei target lipidici nel DT2) e di gestione del diabete (compenso metabolico nel DT1) - sono peggiori rispetto agli uomini, con conseguenti maggiori rischi cardiovascolari e di complicanze associate al diabete. È quanto emerso da un’analisi del Gruppo Donna di AMD (Associazione Medici Diabetologi) presentata a Bruxelles nell’ambito di un’audizione parlamentare europea sulla medicina di genere (ndr: svoltasi il 27 giugno). L’analisi ha coinvolto un campione imponente di pazienti, pari a oltre 470mila assistiti (450mila con diabete di tipo 2 e 28mila con diabete di tipo 1) in cura presso un terzo circa dei servizi diabetologici italiani. Oltre a essere inclusa negli Annali AMD, la ricerca è stata pubblicata su importanti riviste internazionali quali Diabetes Care e Plos One.

“Abbiamo cercato di capire come, a parità di assistenza e trattamento del diabete, permanga un divario di genere in termini di outcome clinici – spiega la Dottoressa Valeria Manicardi, Coordinatore del Gruppo Donna AMD, Direttore dell’Unità Internistica Multisciplinare dell’Ospedale di Montecchio e Coordinatore diabete della Ausl di Reggio Emilia, che ha preso parte all’audizione europea illustrando il best case Italia –. Nelle donne con diabete di tipo 2, ad esempio, il risultato nel controllo del colesterolo LDL sotto 100 è sempre inferiore rispetto agli uomini del 3-5% e tende a peggiorare con l’età (fino all’8%). Nel caso del diabete di tipo 1, invece, le donne fanno più fatica a tenere sotto controllo l’emoglobina glicata, nonostante siano anche più trattate degli uomini: abbiamo infatti un 20% di donne trattate con microinfusore contro un 14% di uomini. L’unica buona notizia è che le donne diabetiche non sono più ipertese degli uomini, ma ci si dovrà occupare di più anche del target pressorio nei diabetici Tipo 1 di genere maschile; tutti gli altri outcome, però, determinano nelle donne un maggior rischio di complicanze cardiovascolari: così, anche in Italia l’infarto nei pazienti con glicemia alta è più comune e grave ‘al femminile’, e la mortalità più elevata e il profilo di rischio cardiovascolare risultano peggiori rispetto agli uomini”.

Ma quali sono i motivi alla base di queste differenze? “Ci sono certamente differenze biologiche (variazioni ormonali legate al ciclo mestruale e alle diverse fasi della vita della donna) e una diversa risposta ai farmaci – spiega Manicardiche oggi richiedono una maggiore attenzione e analisi: la sperimentazione clinica soprattutto sui farmaci è stata a lungo prettamente maschile, mentre è necessario indagare efficacia e sicurezza dei nuovi farmaci e dispositivi anche nelle donne, che dovrebbero rappresentare almeno il 40/50% dei soggetti da coinvolgere negli studi. Un’altra ragione potrebbe risiedere nella minore percezione da parte delle donne del rischio cardiovascolare e, soprattutto, una minore propensione a prendersi cura di sé”.

All’audizione, a Bruxelles, ha partecipato una delegazione italiana composta, oltre che dalla Dottoressa Manicardi e da altri esperti e istituzioni sensibili al tema delle differenze di genere in medicina, la Senatrice Paola Boldrini, componente della commissione Affari sociali, nonché prima firmataria dell’emendamento al DDL Lorenzin sulla medicina di genere di recente approvazione in Commissione Affari Sociali (ndr: approvato il 28 giugno 2017) e la Dott.ssa Fulvia Signani, psicologa dell’Università di Ferrara, che ha pubblicato libri sul tema (es. La salute su Misura, Este Edition). “L’emendamento rappresenta - commenta la Dott.ssa Manicardi - un grande passo avanti, che conferma l’impegno del nostro Servizio Sanitario Nazionale verso l’introduzione di una medicina maggiormente orientata alle differenze di genere, sia nella diagnosi e cura sia nella ricerca e nella prevenzione. Nel caso del diabete, l’Italia detiene un vantaggio fondamentale rispetto ad altri Paesi: una Rete dei servizi di diabetologia in grado di offrire pari opportunità di accesso alle cure, di trattamento e intensità di trattamento, in controtendenza con i dati internazionali, dai quali emerge che le donne sono costantemente sotto-trattate con tutti i farmaci salva-vita”.

giovedì 11 giugno 2015

LA REUMATOLOGIA MONDIALE E’ A ROMA




EULAR 2015

Congresso annuale della Lega Europea contro le Malattie Reumatiche
Roma, 10-13 giugno 2015


Roma, 11 giugno 2015: Si è aperto ieri al Centro Congressi della Fiera di Roma il XVI Congresso annuale di Reumatologia della Lega Europea contro le Malattie Reumatiche (EULAR), con un programma scientifico che rappresenta lo stato dell'arte della ricerca di base e della ricerca traslazionale, con grande attenzione alla pratica clinica. La rapida espansione della disponibilità di farmaci biosimilari, i nuovi trattamenti per le artriti psoriasiche, il controllo del dolore, il ruolo emergente dell'epigenetica nei disturbi reumatici, le terapie per le malattie “orfane”, imaging e diagnosi precoce, infiammazione cronica e tumori tra i temi chiave del congresso che si chiuderà sabato 13 giugno, per fare il punto sulle malattie reumatiche che interessano oltre 10 milioni di Italiani, 120 milioni di persone in Europa.
L'evento comprende il “Joint Congress” triennale fra EULAR e la Società Europea di Reumatologia Pediatrica (PreS), importante appuntamento per il settore a livello mondiale.
EULAR 2015 è il più importante evento di reumatologia in Europa con 14.000 scienziati, medici, operatori sanitari attesi da più di 120 paesi. Il congresso prevede 300 presentazioni orali e 2.000 poster, oltre 150 sessioni tematiche, 400 relazioni, 40 poster tour e 350 relatori invitati.
Per saperne di più sulle attività di EULAR: www.eular.org

mercoledì 22 aprile 2015

Tagli alla farmaceutica


“E’ paradossale che mentre il Tavolo sulla farmaceutica istituito al Ministero dello sviluppo economico cerca di individuare un assetto del comparto che garantisca risultati durevoli, contemporaneamente si prefigurino misure di corto respiro che però cambiano gli elementi su cui stiamo ragionando” dice il presidente di AssoGenerici, Enrique Häusermann, in risposta alle misure di contenimento della spesa farmaceutica che sono andate precisandosi in questi giorni. Per AssoGenerici una ulteriore riduzione delle risorse disponibili per l’assistenza farmaceutica non è necessaria, sia perché i tetti di spesa sono già ampiamente sottostimati, sia perché eventuali sfondamenti sarebbero ripianati dai meccanismi già in atto. “Affrettare operazioni importanti come la revisione del Prontuario terapeutico, prevista per gennaio 2016, con lo spirito di chi deve spremere fino all’ultima goccia può generare errori capaci di compromettere la qualità delle terapie. L’appropriatezza non si raggiungerà individuando prezzi massimi di rimborso per macro categorie di farmaci: se alle note prescrittive non corrispondono i necessari controlli, come invece in molti regioni avviene, anche con un prezzo massimo di rimborso per categoria si continuerà ad usare male il bene farmaco. Allo stesso modo, è bizzarro che da una parte ci si ispiri a un modello concorrenziale e, dall’altra, si prospetti la riduzione del prezzo ope legis per i farmaci biotecnologici senza che vi siano farmaci concorrenti”. Per questo AssoGenerici chiede che a partire dalle riunioni del 4 e 5 maggio del Tavolo sulla farmaceutica si affronti la tematica della revisione del Prontuario terapeutico attraverso una sessione plenaria dedicata, mantenendo la sua applicazione alla data originaria del 1° gennaio 2016 come previsto dalla Legge di Stabilità. “E’ il solo modo per evitare conseguenze irreversibili sugli investimenti e sul futuro delle aziende del comparto” conclude il presidente di AssoGenerici. “D’altra parte siamo consapevoli che se ci sono necessità immediate queste vanno affrontate, e siamo pronti a presentare al tavolo e in tutte le sedi competenti proposte alternative, ma concrete e immediate, per il reperimento delle necessarie risorse”.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa AssoGenerici
tel. 02/2042491
Massimo Cherubini - cellulare 335/8231700e-mail: m.cherubini@vrelations.it

Cancro al seno: le terapie mirate offrono nuove modalità di trattamento

 Nonostante la disponibilità di circa 25 farmaci per il trattamento del cancro al seno, sono molte le esigenze ancora non soddisfatte nel mercato globale. Per risolvere questo inconveniente, le aziende farmaceutiche hanno stabilito una robusta pipeline che attualmente comprende circa 52 farmaci in fase di sviluppo. Mentre la chemioterapia rimane la classe di farmaci più importante per il trattamento del cancro al seno, la tendenza verso i farmaci mirati è in aumento.

Una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “A Competitive Analysis of the Global Breast Cancer Therapeutics Market”, ha rilevato che il mercato ha prodotto entrate per circa 10 miliardi di dollari nel 2014 e stima che questa cifra raggiungerà quota 13,38 miliardi di dollari nel 2018.

Per accedere gratuitamente a maggiori informazioni su questa ricerca, si prega di visitare:  http://corpcom.frost.com/forms/EU_PR_AZanchi_MADE-52_13Mar15

I farmaci per il cancro al seno sono costosi e rappresentano un grosso onere per i pazienti e per le agenzie di assicurazione sanitaria. La mancanza di terapie efficaci, specialmente per il cancro al seno triplo negativo, è un'altra sfida estremamente complessa.

“È probabile che l'arrivo sul mercato di una nuova classe di terapie mirate ridefinirà i tassi di sopravvivenza dei pazienti con tumori triplo negativi, - afferma Sriram Radhakrishnan, analista di Frost & Sullivan. - Le terapie mirate basate su inibitori di PARP (poli polimerasi del ADP-ribosio) sono in fase di sviluppo e si prevede che consentiranno di trattare efficacemente i tumori al seno.”

Anche se Herceptin e Tykerb sono le uniche terapie mirate disponibili per il cancro al seno, Kadcyla e Perjeta, di recente approvazione, arricchiranno l’offerta di farmaci mirati. I farmaci chiave da tenere d’occhio tra il 2015 e il 2017 sono:

·        ABT-888 (Abbvie)
·        NeuVax (Galena Biopharma)
·        Palbociclib (Pfizer)
·        NKTR-102 (Nektar Therapeutics)
·        CT-P6 (Celltrion)

“L’attenzione si è spostata verso le modalità terapeutiche combinate, che hanno evidenziato il potenziale di migliorare il tasso di sopravvivenza libera da progressione”, osserva Radhakrishnan. “Anche la combinazione di modalità terapeutiche – terapie mirate insieme alla chemioterapia – potrebbe rendere le cure più accessibili ai pazienti.”

Poiché è probabile che i progressi tecnologici miglioreranno la portata della diagnosi e offriranno un trattamento personalizzato per i pazienti, la gara per la formulazione di terapie efficaci per il cancro al seno è decisamente aperta.

Lo studio “A Competitive Analysis of the Global Breast Cancer Therapeutics Market” fa parte del programma Life Sciences Growth Partnership Service. Altri studi di Frost & Sullivan collegati a questo argomento sono: “A Product and Pipeline Analysis of the Opioid Therapeutics and Drug Delivery Market”, “A Product and Pipeline Analysis of the Lung Cancer Therapeutics Market”, “A Product and Pipeline Analysis of the Antibacterial Drugs Market” e “Global Oncology Drug Delivery Market”. Tutte le analisi comprese nel servizio in abbonamento forniscono dettagliate opportunità di mercato e tendenze del settore, valutate in seguito ad esaurienti colloqui con gli operatori del mercato.

rFVIIIFc di Sobi riceve la designazione di farmaco orfano in Svizzera


Sobi, multinazionale biofarmaceutica svedese, ha ricevuto in Svizzera la designazione di farmaco orfano per rFVIIIFc, soluzione long-acting sviluppata per il trattamento dell'emofilia A. La designazione di farmaco orfano è importante sia per incoraggiare lo sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche per le malattie rare, sia per fornire lo status di “farmaci orfani” a molecole biologiche ancora in fase di sviluppo.L'emofilia è una malattia ereditaria, che comporta un grave difetto nella coagulazione del sangue. La più diffusa è l'emofilia A, provocata dall’assenza parziale o totale del fattore VIII della coagulazione. I sintomi possono presentarsi in forma più o meno importante, a seconda del livello di assenza del fattore della coagulazione. Le persone colpite da emofilia sono soggette a frequenti sanguinamenti e, nei casi più gravi, a emorragie interne a livello delle articolazioni e dei muscoli. Questa condizione provoca  dolore, rigidità e può causare importanti danni a livello delle stesse articolazioni. L'emofilia A è una malattia rara con un’incidenza pari a 1 su 5000 nati maschi.                                 rFVIIIFc è un fattore VIII della coagulazione, ricombinante,  appartenente alla categoria dei long-acting, sviluppato per il trattamento dell’emofilia A. Il farmaco è stato approvato per il trattamento dell'emofilia A negli Stati Uniti, in Canada, Australia e in Giappone, dove è noto con il nome di Antihemophilic Factor (Recombinant), Fc Fusion Protein.  L’autorizzazione all'immissione in commercio del medicinale è attualmente in fase di revisione da parte dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA).