mercoledì 28 dicembre 2011

Dopo l’acne cicatrici indelebili?


Nell’1% degli uomini e nel 5% delle donne, l'acne giovanile lascia sulla superficie cutanea, come triste ricordo, cicatrici deturpanti che, se presenti sul viso, possono costituire un problema estetico molto sentito. L’estetista si confronta ogni giorno con questa realtà ma, a tutt’oggi, ha pochi strumenti per affrontarla, anche se, a differenza di qualche anno fa, può prospettare al cliente un percorso multidisciplinare con cui ottenere risultati soddisfacenti. Esistono numerose varietà di cicatrici: depresse (atrofiche), la cui profondità dipende da gravità e intensità del processo infiammatorio; superficiali, simili a macchie, con fondo lievemente arrossato o iperpigmentato; profonde, tipo piccoli buchi o di diametro maggiore fino a 1-2 cm, con bordi più sfumati, le più deturpanti (i cosiddetti crateri). Meno frequenti quelle di tipo ipertrofico o cheloideo dall’aspetto rilevato con colorito roseo. Le lesioni possono essere sparse qua e là su viso e collo ma anche tanto fitte da dare alla pelle un aspetto a grattugia, arrivando a condizonare, spesso anche sensibilmente, la psicologia dell’individuo e la sua capacità di relazionarsi con gli altri. Il quesito che spesso la cliente pone è se esse si potranno mai cancellare. Prima di tutto bisogna ricordare che tali lesioni sono spesso profonde e bisogna essere pazienti e seguire fino in fondo il programma terapeutico definito, pena delusioni e insoddisfazione. Quello che si può fare sicuramente è migliorarne l’aspetto rendendole meno appariscenti. Il camouflage correttivo, partendo dalla regola ottica per cui la visibilità è maggiore quanto più forte è l’ombra proiettata sul fondo o sulla cute circostante, ottiene miglioramenti estetici livellando con colori neutralizzanti o schiarenti i rilievi delle cicatrici ipertrofiche, abbassando i bordi e sollevando il fondo della depressione cutanea. Ma in un centro di estetica si può fare anche di più, preparando la cute a interventi più aggressivi di competenza medica e chirurgica e mantenendo i risultati raggiunti. Tramite un gommage, oppure con maschere all'argilla, alla menta, alla bardana o lievemente esfolianti. Anche un peeling leggero e superficiale può servire per ridurre la dilatazione dei pori e rimuovere lo strato superficiale di cellule morte, eliminando impurità e opacizzazione della pelle grassa. Ma illustriamo le cure più specificamente mediche. Ne esistono di 3 tipi: trattamenti disepitelializzanti o di resurfacing, come la dermoabrasione e i peeling chimici profondi (TCA, Fenolo, Acido Glicolico al 70%), che levigano la pelle, livellando solo le sporgenze ma lasciando l’infossatura. I tempi di guarigione sono lunghi e a volte incerti con rischio, se fatti male, di danni termici anche irreversibili. Tecniche di riempimento, che consistono nell’impiantare, con microiniezioni, sostanze riassorbibili (fillers di collagene, acido ialuronico o tessuto adiposo del soggetto stesso) nel derma per sollevare il fondo della cicatrice fino al livello della cute sana. Funzionano abbastanza ma la durata varia da soggetto a soggetto e il trattamento va ripetuto. Infine varie tecniche di correzione chirurgica: dallo scollamento della base della cicatrice a cratere dal derma profondo, per provocarne il sollevamento, alla microescissione chirurgica fino alla acne mosaic surgery: tecnica microchirurgica che rimpiazza i buchetti con minuscole tesserine cutanee prelevate dalla regione retroauricolare. Tutti trattamenti ambulatoriali che devono essere eseguiti sempre da un professionista esperto e meglio con il supporto cosmetico dell’estetista di fiducia.

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