venerdì 28 giugno 2013

Cause della cellulite

Oltre a essere un inestetismo diffuso (colpisce otto donne su dieci, anche in giovanissima età), la cellulite è una vera e propria patologia. La ipertrofia pannicolo-lobulare, o panniculopatia edemato-fibro-sclerotica, (questi i termini scientifici) costituisce una degenerazione del tessuto adiposo sottocutaneo, solitamente abbinata a un aumento delle cellule grasse e all’alterazione delle pareti dei capillari venosi. La sua insorgenza può avere conseguenze patologiche per la circolazione delle gambe: i liquidi che ristagnano nei tessuti intercellulari e i tessuti intossicati per una mancata ossigenazione portano - se non s’interviene con cure mirate - all’alterazione della struttura connettivale ed elastica del tessuto, con una sregolata proliferazione di fibre. In maniera semplice, quando il tessuto connettivo è poco irrorato dal sangue, i vasi capillari diventano troppo porosi e lasciano fuoriuscire un eccesso di liquidi: il tessuto reagisce indurendosi e intrappolando il grasso sottocutaneo (da qui l’antiestetica “buccia d’arancia”). Nella maggior parte dei casi la cellulite compare prima sulla parte esterna della coscia e sul ginocchio, per poi diffondersi sull’interno coscia, su fianchi, addome, glutei, caviglie e braccia. Difficile a crederci, possono esserne addirittura colpite la nuca e il tratto lombare della schiena. Perché proprio questi punti in particolare? La chiave di lettura sta in una sofferenza della microcircolazione: tutto dipende dal volume di sangue che giunge in determinate regioni del corpo e da come viene distribuito dalla rete dei capillari. Per una serie di fattori costituzionali e ormonali preferisce le donne che oltre ad avere un maggior numero di cellule grasse (adipociti), rispetto all’uomo, concentrate su cosce, fianchi e glutei, sono soggette nel corso del loro ciclo vitale a non indifferenti stimoli ormonali (a esempio durante l’ovulazione, la gravidanza o la pre-menopausa). Questi fattori possono causare un cattivo ritorno venoso (quindi cattiva ossigenazione dei tessuti) e una scarsa circolazione linfatica (quindi difficoltà nell’eliminare le scorie e conseguente ristagno dei liquidi). Neanche l’uomo è del tutto indenne, quattro su dieci hanno problemi di cellulite, concentrata soprattutto su addome, braccia, collo e schiena. La forma maschile di cellulite (che compare in genere dopo i quarant’anni) viene definita idrolipessia, ovvero tendenza a trattenere liquidi nei tessuti. Anche qui le cause sono da attribuire a fattori costituzionali ma anche a scorrette abitudini comportamentali (alimentazione ricca di grassi, sedentarietà, attività sportiva troppo intensa). Molti confondono il grasso localizzato con la cellulite. La differenza invece è sostanziale: nel primo caso, le cellule di grasso sono sane e reattive agli stimoli del metabolismo; in caso di cellulite invece gli adipociti - ingabbiati da fibre di connettivo e dall’acqua travasata dai vasi sanguigni - sono incapaci di rispondere agli stimoli del ricambio. È per questo motivo che una dieta dimagrante da sola non è in grado di debellare la patologia. La cellulite, se non viene contrastata, si evolve in quattro stadi, seguendo un cammino lento che non è mai omogeneo (sullo stesso soggetto si può notare una cellulite al primo stadio sui fianchi e una al quarto sulle cosce). Genericamente si possono considerare tre tipi di cellulite: a cuscinetto (accumulo di cellule lipidiche prevalentemente su fianchi, cosce e ginocchia); diffusa o mista.

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